LE MERAVIGLIE DI ALICE

 

Primi salitori: Dario Ballerini, Claudio Stefani; fine

anni ’80; ripetuta e parzialmente riattrezzata (essenzialmente le

soste) nel settembre 2009 da Amadio Paolo, Davorio Angelo,

Sottini Davide, Vallortigara Mario.

 

Sviluppo: 160 m; 4 lunghezze

 

Valutazione estesa: I, S2, 5c

 

Difficoltà d’Insieme: D+/Td

 

Giudizio: splendida suppur breve ascensione su roccia

eccellente in contesto ambientale molto apprezzabile; nonostante

non opponga difficoltà particolari è molto continua e necessita

dimestichezza con l’arrampicata di placca tecnica; generalmente

ben protetta con rari passi un poco delicati.

 

Soste: un fix inox da 10 mm + 1 fix da 8 mm con maglie rapide

da utilizzarsi in contemporanea per la calata.

 

Materiale: N.E.A.; corde da 60; 12 rinvii; opzionali n. 1 friend n. 3

per L1 e n. 0,3 per L3 (misure Black Diamond).

 

Attrezzatura: fix da 8 mm ancora in ottimo stato; piastrine

artigianali superficialmente rugginose ma ancora affidabili.

 

Esposizione: Sud-Est

 

Periodo: da giugno ad ottobre

 

Avvicinamento: dal lago di malga Boazzo prendere il sentiero

per le Porte di Danerba; salire superando il ripido tratto iniziale di

bosco fino ad entrare nella valle vera e propria all’altezza della

prima baita sita sulla destra del sentiero. Subito di fronte alla

stessa si sviluppa la successione di placche. Superare il

torrentello ed iniziare a seguire una traccia abbastanza marcata

fino ad un macigno con freccia incisa. Salire il ripido bosco senza

itinerario obbligato fin sotto la parete.

 

Tempo di salita: ore 2,00

 

Tempo di discesa: ore 0,45

 

Tipo di itinerario: moderno

 

Relazione: ripetizione del 27 settembre 2009

 

Attacco: costeggiare la parete lasciando a sinistra un marcato

diedro fin sotto un corto tetto; primi fix non molto visibili.

 

Itinerario:

L1: per facile placchetta raggiungere il corto tetto e superarlo con passo di ristabilimento (5c); continuare per placca tecnica (5c, rinvii

distanziati) deviando poi più facilmente a sx a prendere una lama che si supera (5b) fino ad una corta placca (5a, erba); per facile

cengia erbosa deviare nettamente a dx fino alla comoda S1 (40 m, max 5c).

L2: traversare per facile cengia a dx per pochi metri ed iniziare a salire la bella placca sovrastante (5a) progressivamente più difficile

fino a superare un passo delicato circa a metà (5c); continuare più facilmente (5a/5b) fino a raggiungere con un ultimo passo di un

certo impegno (5c) un ripiano con erba alta oltre il quale vi è la S2 su cengia inclinata poco comoda (50 m, max 5c).

L3: salire subito sopra la sosta per buoni appigli per poi traversare a sx al primo fix (5a) abbastanza alto rispetto alla sosta (possibile

salire anche dritti al fix, 5c delicato); continuare per la bellissima placca sovrastante a funghi fino ad una zona più liscia; traversare

delicatamente a sx (5b) per poi salire dritti ad una cengietta; oltre la stessa continuare direttamente (5c) per poi traversare a dx (5a) ed

infine ancora dritti per superba placca tecnica (6a continuo) fino all’esile cengetta della S3 (40 m, max 6a).

L4: traversare a dx portandosi sotto una specie di costola a dx di una liscia placca nera che si supera direttamente con diversi passi

delicati (5c/6a abbastanza continuo) sempre con arrampicata molto elegante fin sotto l’ultima corta placca che superata permette di

accedere alla scomoda S4 (30 m, max 5c).

Discesa: in doppia lungo la via sfruttando tutte le soste (da S4 ad S2 calata da 60 m esasperatamente tirata con conseguenti difficoltà

di recupero; sconsigliabile a meno che non si disponga di corde da 70 m).